SONG OF SONGS (Il Cantico dei Cantici) apre lo sguardo su un nuovo ciclo di lavori della Malherbe, presentando una decina di opere inedite ispirate al sacro testo del Canto dei Cantici e dando vita a quella che si rivela essere una delle migliori espressioni artistiche dello stile pittorico che la contraddistingue. Come la critica d’arte Francesca Brandes scrive nel testo interno al catalogo che accompagna la mostra si tratta di “opere incandescenti per mille duecentocinquanta parole ebraiche d’inusitata carnalità, frutti rotondi e colorati, fioritura assoluta. […] Lo specchio degli sguardi, la forza dell’elemento femminile, il tripudio della natura che accompagna i versi fa posto, tuttavia – al di là dell’equilibrio estetico – al Nascosto, all’inesprimibile. Nell’ordine del Giardino s’intravvede, ad uno sguardo appena più prolungato, un’onda di assoluto che lascia attoniti, di fronte a tanta verità”. Aggiunge poi che “la materia di Marie, come esposta ad una luce accecante, iperdefinita nella consistenza, non lascia spazio al dubbio. È una dichiarazione d’intenti che cela, nel suo nucleo più profondo, un tesoro. Forse temibile, come si teme l’impeto vitale, il coraggio di dichiarare quell’amore totale, onnicomprensivo.” Marie Malherbe usa dunque, nel suo procedere (tanto luminoso da sfiorare l’oscurità), la chiave prima, fondamentale, dei versi. L’immagine amorosa viene sospesa in un sogno, in un Presente senza ombre, in cui il tempo non è destinato a trascorrere. Tuttavia, laddove i versi rivelano un piano di lettura differente, l’artista ci fa scorgere altro oltre la materia “molto buona e bella” citata nel libro della Genesi. Tramite le sue opere, cogliamo il fascino assoluto della bellezza, l’armonia del reale che desidera, ed è talora un desiderio sconosciuto, inatteso. Ciò che stupisce, nel sogno lucido di Malherbe, è l’abbandono dell’oggettività.Oltre l’esegesi (che pure è puntuale), oltre lo studio della simbologia pittorica, oltre la mimesi raffinata che fa parte da sempre della struttura intellettuale di quest’artista, quello che ci tocca è la trasfigurazione delle parole, la scelta della chiave giusta per accedere al mistero. Marie Malherbe conosce e sa trasmettere quell’Oltre in cui l’amore sensuale tra un uomo e una donna si trasforma nel seme dell’amore – eterno e perfetto, questo sì capace di trascendere la morte – con cui Dio accoglie gli esseri viventi. È una trasmutazione simbolica fondamentale per comprendere anche la sospensione onirica del Cantico: amore di carne, amore d’anima, amore di fede che tutto supera e contiene allo stesso tempo. Conclude infine la Brandes spiegando che “del mistero racchiuso all’interno del testo fondamentale per la mistica cristiana Marie coglie la pace dichiarata, l’affido totale, la meraviglia. Come il Cantico , le sue opere si svelano in tappe successive: ai nostri occhi, all’anima, alla mente che tutto ordina. Per lasciare l’ultima chiave – la più intima, la più coraggiosa – allo spirito.” https://www.diocesitv.it/eventiartecultura/entrata-libera-tutti-i-giorni-dal-1-al-31-luglio-dalle-13-alle-16-e-dalle-19-alle-20-per-visita-in-orari-diversi-contattare-direttamente-lartista-via-mail-marymalherbehotmail-com-inaugurazion/
#lenostrerecensioni #retealfemminiletreviso Marie Malherbe, Song of Songs diMaria R. Tremigliozzi Ho avuto l'occasione di visitare la mostra dell'artista francese Marie Malherbe al Campo del Ghetto Vecchio di Venezia, un'ambientazione che fa da sfondo suggestivo al suo ciclo di quadri sul Cantico dei Cantici. La pittrice ha rappresentato, attraverso tecniche miste che spaziano dall'olio su tela al collage con carta, i brani più intensi di questo testo molto particolare che fa parte dell'Antico Testamento e che sublima, in espressioni poetiche e passionali, l'amore di una coppia di giovani. I dipinti sono materici, molto colorati, con simbologie profonde che evocano riferimenti a testi storici; un blu quasi giottesco ricrea le notti tormentate della protagonista che cerca l'amato, mentre colori tenui e richiami floreali accompagnano ed accentuano i momenti più teneri di questa antica storia d'amore. Marie Malherbe ha saputo trasfondere nelle sue opere sia il romanticismo che la tensione emotiva di questo poema, mettendo a frutto i suoi studi sull'arte bizantina (particolarissimo il raccoglimento interiore delle sue figure, quasi icone contemporanee) e applicando spunti e forme dai capolavori di grandissimi artisti come Marc Chagall. Nelle opere di questa pittrice è molto importante la ricerca della spiritualità (suoi erano i dipinti che ornavano le colonne della Cattedrale di Treviso durante il Giubileo della Misericordia) come spinta vitale ad un esistenza più profonda e libera; anche l'arte declinata al femminile caratterizza molte sue opere, che si soffermano sulla preziosità e sulla ricchezza del mondo interiore delle donne, non solo figure di contorno relegate in secondo piano ma protagoniste consapevoli della storia che stanno vivendo.