Palazzo Zenobio degli Armeni, Dorsoduro 2596 Venice
A cura di Barbara Vincenzi
Opere di Salvatore Balice, Roberta Barbieri, Katerina Bodrunova, Tiziana Burgess, Olga Cabezas, Benedetta Faucci, Alvaro Enrique Gòmez Barreto, Lena Lafaki, Fabio Lari, Marie Malherbe, Federica Nalin, Nino Ninotti, Cristina Parravicini, Angelo Petrucci, Daniele Zaggia
Tema fra i più affascinanti e complessi della storia dell'arte, specchio quanto mai fedele delle metamorfosi del gusto, fin dalle origini della civiltà occidentale il Nudo ha seguito di pari passo la storia delle idee, e in particolare ogni possibile evoluzione e variazione della concezione dell'uomo, del corpo e delle sue passioni. Se senza dubbio la rappresentazione della figura nuda ha posto in primo luogo il problema della verosimiglianza, è anche vero che ha costituito per secoli (e costituisce tuttora) l'oggetto scatenante delle pulsioni più diverse. Insomma, è sempre stato un materiale incandescente'' per gli artisti che l'hanno affrontato; può essere stato legato ai fenomeni della società, oppure aver avuto un ruolo accademico, di speculazione scientifica, d’ispirazione mitologica e/o, più o meno velatamente o ipocritamente, libertino e sensuale.
Corpo che ha cercato l’armonia nei greci, che è stato ritenuto debolezza dello spirito nel Medioevo; nudo che si è prestato per accattivanti scene erotiche a Pompei, e ancora uomo al centro dell’universo nel Rinascimento. Figura che è stata via via meno idealizzata da Gericault e dal realismo di Courbet e che durante le avanguardie è stato, smembrato, allungato, dissacrato per poi ritrovare un equilibrio con il Ritorno all’Ordine, e poi ancora soggetto di molteplici sperimentazioni da parte degli artisti in tutto il ‘900.
Ancora oggi il nudo e la figura sono uno dei soggetti principalmente trattati nell’arte, che subisce varianti, esposto a polemiche. Con questa mostra si vuole mostrare dopo le Avanguardie storiche e nel XXI° secolo come viene trattato questo scottante tema, sempre attuale.